All’interno del panorama poetico portoghese, quanto mai vasto e in parte occupato dal paesaggio specifico di Fernando Pessoa e dei suoi molti eteronomi, Sophia de Mello Breyner Andresen emerge come una delle più importanti voci poetiche portoghesi del Novecento, le cui influenze sono percepibili nell’arco di molti decenni.
Scrittrice nata nella seconda decade del Novecento (1919) nel nord del paese, a Porto da famiglia aristocratica, e morta a Lisbona nel 2004, esordisce sulla scena poetica portoghese nel 1944 con il libro dal titolo essenziale Poesia. Dall’opera emerge un’espressione liberale critica verso il regime di Salazar e insieme una sensibilità intimista. Tra le opere di opposizione alla dittatura e contro il regime va ricordata Livro Sexto, pubblicato nel 1962, che le permise, nel 1964, di ricevere il Grande Prémio de Poesia da Sociedade Portuguesa de Escritores. Venne inoltre eletta deputato per l’Assemblea Costituente nelle liste del Partito Socialista. Contribuì così alla diffusione e al rinnovamento della cultura portoghese. Scrittrice poliedrica, si è dedicata anche alla narrativa, al teatro, al giornalismo e alla saggistica. Ha tradotto, tra gli altri, Shakespeare, Claudel, Euripide e Dante. Ha ricevuto inoltre i seguenti premi: Premio Teixeira de Pascoaes (1977), Premio Camões (1999), Premio Max Jacob Étranger (2001), Premio Reina Sofia di Poesia Iberoamericana (2003) - è stata la seconda donna, dopo la scrittrice brasiliana Rachel de Queiroz, a vincere il Premio Camões. Nella sua poesia emerge una sensibilità per i piccoli gesti della vita, per le epifanie del quotidiano, un’attenzione costante meticolosa per la sonorità del verso sottomessa però alla necessità della parola, come si evince da queste sue parole: «Ricordo di scoprire che in una poesia era necessario che ogni parola fosse necessaria, le parole non possono essere decorative, non potevano servire solo per guadagnare tempo fino alla decasillaba, le parole devono stare lì perché erano assolutamente indispensabili. Questa fu una scoperta».
Le poesie proposte sono tratte dal libro O Búzio de cóz.
Marco Sadori
È STATO NEL MARE CHE HO IMPARATO
È stato nel mare che ho imparato il gusto della bella forma.
Mentre guardavo senza sosta la successiva
Mareggiata e l’urto dell’onda
La bella curva lucente del suo dorso
Il lungo allargarsi delle mani di schiuma
Ecco perché nei musei dell’antica Grecia
Guardare statue fregi e colonne
Sempre mi sento più leggera e più viva
E respiro meglio come nella spiaggia
*
FOI NOMAR QUE APRENDI
Foi no mar que aprendi o gosto da forma bela
Ao olhar sem fim o sucessivo
Inchar e desabar da vaga
A bela curva luzidia do seu dorso
O longo espraiar das mãos de espuma
Por isso nos museus da Grécia antiga
Olhando estátuas frisos e colunas
Sempre me aclaro mais leve e mais viva
E respiro melhor como na praia
*
ERA IL TEMPO
Era il tempo delle amicizie visionarie
Consegnate all’ombra alla luce al crepuscolo
E ai rumori più segreti dei rami
Era il tempo estatico delle lune
Quando la notte si faceva bluastra e favolosa e lenta
Era il tempo del desiderio multiplo e della passione
I giorni come arpe risuonavano
Era il momento d’oro delle spiagge splendenti
Quando la fame di tutto si è accesa
*
ERA O TEMPO
Era o tempo das amizades visionárias
Entregues à sombra à luz à penumbra
E ao rumor mais secreto das ramagens
Era o tempo extático das luas
Quando a noite se azulava fabulosa e lenta
Era o tempo do múltiplo desejo e da paixão
Os dias como harpas ressoavam
Era o tempo de oiro das praias luzidias
Quando a fome de tudo se acendia
*
HOMERO
Scrivere la poesia come un bue ara il campo
Senza che inciampi nel metro il pensiero
Senza che nulla venga ridotto o esiliato
Senza che nulla separi l'uomo dal vissuto
*
HOMERO
Escrever o poema como um boi lavra o campo
Sem que tropece no metro o pensamento
Sem que nada seja reduzido ou exilado
Sem que nada separe o homem do vivido
*
L’ATTIVITÀCULTURALE
Il passo deciso non si accorda con il rimuginare del palazzo
L’udito non sente il flauto della penombra
Né riconosce il silenzio
il pensiero non sa nulla dei labirinti del tempo
Il vedere prende nota e non vede
*
A ACTIVISTACULTURAL
0 passo decidido não acerta com o cismar do palácio
0 ouvido não ouve a flauta da penumbra
Nem reconhece o silêncio
0 pensamento nada sabe dos labirintos do tempo
0 olhar toma nota e não vê
*
TURISTI NEL MUSEO
Sembrano perseguitati
Stupiti leggono nella parete il numero dei secoli
I loro occhi diventano spenti
Con le statue - come per inganno -
A volte si incrociano
(Dov’è l’antico rimuginare del viaggio?)
All’esterno scattano fotografie molto velocemente
Come se si sbarazzano di tutto quello
Camminano in branco come animali
*
TURISTAS NOMUSEU
Parecem acabrunhados
Estarrecidos lêem na parede o número dos séculos
0 seu olhar fica baço
Com as estátuas -como por engano -
As vezes se cruzam
(Onde o antigo cismar demorado da viagem?)
Cá fora tiram fotografias muito depressa
Como quem se desobriga daquilo tudo
Caminham em rebanho como os animais
*
ARPA
L’impetuosa giovinezza del mare invade la sala
La musa siede nello spazio vuoto in controluce
Le corde trasparenti dell’arpa
E nello spazio vuoto lei strimpella le corde risonanti
*
HARPA
A juventude impetuosa do mar invade o quarto
A musa poisa no espaço vazio à contraluz
As cordas transparentes da harpa
E no espaço vazio dedilha as cordas ressoantes
*
ALENTEJO
Il piccolo villaggio le pietre
Del marciapiede
I muri bianchi - la punta del tetto
Si gira come la mano della ballerina
Cinese -
Case di argilla: ciotole e cesti accatastati
Odore di paglia e argilla
Aroma di menta e odore di vino ubriaco
accanto al sole eccessivo la sottile penombra
*
ALENTEJO
A pequena povoação as pedras
Da calçada
Os muros brancos -a ponta do telhado
Se revira como a mão da bailarina
Chinesa -
Aloja de barros: tigelas e cestos empilhados
Cheira a palha e a barro
Aroma de hortelã cheiro avinho entornado
Junto ao sol excessivo a penumbra fina
*
LITORALE
Luce mitologica del litorale
L’alta marea sette volte cresce
Sette volte diminuisce il suo gonfiore
E la metrica di un verso la determina
I bambini giocano tra le piccole onde
E con loro nel più morbido degli spruzzi
In volute e criniere gioca il mare
Ottobre 1997
*
BEIRA-MAR
Mitológica luz da beira- mar
A maré alta sete vezes cresce
Sete vezes decresce o seu inchar
E a métrica de um verso a determina
Crianças brincam nas ondas pequeninas
E com elas em brandíssimo espraiar
Em volutas e crinas brinca o mar
Outubro de 1997
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