Riccardo Zippo (Gagliano del Capo 1992) è cresciuto e ha studiato a Milano. Dopo l’esordio all'interno dell'antologia Planetaria – 27 poeti del mondo nati dopo il 1985 (Taut 2020), ha pubblicato Tregua (Taut 2022). Senza temere il sentimento ma anzi facendo della fragilità un punto di forza, l'autore propone ai nostri lettori questi testi provenienti da una raccolta ancora inedita in formazione.
Una giornata di lavoro è finita. Penso che fortuna non avere acciacchi.
Stare comodo nei pantaloni, poi l’amore, in una nuova forma.
Non ho un cuore molteplice - e passeggia, non cammina.
Fiorisce il metodo
il conosciuto indizio di bruciato.
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Piove: un’importante variazione sul caldo.
Viene da essere gentile.
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A dire il semplice come fiori
e altro di alto come anima
non riesce.
Dire il semplice non è di più.
Ultimo: pensare qualcuno che tenga il passo.
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Sono in cantiere la domenica. In ritardo con i lavori nonostante non piova da mesi.
Io vorrei scavare con loro a mani nude, che finiscano prima.
Uno è il più bravo di tutti: non è a lui
che hanno chiesto di infilare le impalcature, ma di strappare la calce che sembra sfoglia per
[ come viene via.
La sera, anche lui è la somma della propria stanchezza.
Mi dici il nome?
Come dire più della parola dolore.
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